Questa sera su Sky Atlantic “Fyre: il festival della truffa”

Questa sera su Sky Atlantic “Fyre: il festival della truffa”

Questa sera “Fyre: il festival della truffa”, in onda su Sky Atlantic il 1° settembre 2019 alle 21.15, per l’ultimo appuntamento con il ciclo de “Il racconto del Reale”. Ma andiamo con ordine, cos’è stato questo Fyre Festival?

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Fyre Festival

(Fonte Wikipedia) Il Fyre Festival fu un festival musicale che si sarebbe dovuto svolgere nell’isola bahamense di Great Exuma, per due settimane da aprile a maggio 2017. Organizzato dall’imprenditore Billy McFarland, fondatore della Fyre Media, e dal rapper Ja Rule, per promuovere un’applicazione musicale dell’azienda di McFarland, l’evento è stato promosso come un festival all’insegna del lusso e della musica. Per la sua promozione è stata messa in piedi un’enorme campagna mediatica su Instagram, anche per il tramite di vari “influencer”, tra cui le modelle Kendall Jenner, Bella Hadid, Emily Ratajkowski, e altre personalità del mondo dello spettacolo.[1] Il festival tuttavia si rivelò un completo fallimento. Durante la prima settimana di inaugurazione, l’evento riportò numerosi problemi relativi alla sicurezza, agli alloggi per gli ospiti e alla presenza degli artisti al festival. In seguito, il festival fu rinviato a tempo indeterminato, dopo che alcuni partecipanti erano arrivati sull’isola, trovando solo tende e panini preconfezionati, invece delle ville di lusso e pasti da gourmet che erano stati promessi al momento del pagamento per l’ammissione all’evento

La realtà e il virtuale

Tutta questa vicenda dovrebbe insegnare parecchio, cosa della quale ho sempre i miei dubbi, al mondo che guarda al digitale come ad una Bibbia. Il più grande specchio per le allodole che sia mai stato creato. Una volta si diceva “è vero l’ho visto in televisione”, c’è gente che ancora crede che le persone che vedono in televisione siano quello che raccontano. Come se “Forum” avesse davvero gente che quella cause, veritiere ma non vere, le sta raccontando in prima persona. Anni fa un amico andò a fare la comparsa (grande Roy) dove diceva di avere posseduto un bar a Bologna, beh i suoi amici vedendolo poi gli avevano rimproveravano di non averglielo mai raccontato. Un bar a Bologna… ovviamente non l’aveva mai avuto. Il punto è sempre lo stesso, in tanti vi mettiamo in guardia dalla stupidità con la quale si prendono le informazioni. Ci sono bufale, fake news e furbetti che usano la comunicazione a loro vantaggio. Se lo dice tizio è sicuramente vero, di caio mi fido e infatti basta chiedere e ti diranno… è sicuramente vero a me l’ha detto tizio, l’ho letto da caio e mi fido.

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Il racconto tv

Prodotto da Hulu e diretto da Jenner Furst e Julia Willoughby Nason, con una narrazione avvincente e un taglio quasi cinematografico, “Fyre: il festival della truffa” ricostruisce uno dei più grandi imbrogli dell’ultimo decennio, anche attraverso un’intervista esclusiva all’uomo che l’ha ideato, Billy McFarland, recentemente condannato a sei anni di prigione per frode. Lanciato come una festa glamour ed esclusiva, con biglietti fino a $ 250.000, il festival diviene virale grazie ad una promozione sui social senza pari: il 12 dicembre 2016 influencer, top model e celebrità come il rapper Ja Rule, socio di McFarland, Kendall Jenner e Bella Hadid, lanciano una vera e propria campagna pubblicitaria via web e l’hashtag #fyrefestival inizia a raccogliere immediatamente migliaia e migliaia di utenti interessati. Nonostante non ci siano ancora notizie certe su cosa fosse, quando e dove si sarebbe tenuto, l’evento invade letteralmente il web registrando rapidamente il tutto esaurito. Investitori finanziari scommettono milioni di dollari sulla sua riuscita. Gli organizzatori però non sono assolutamente in grado di organizzare un simile evento eppure, nemmeno quando è chiaro che la disfatta è inevitabile, Billy McFarland è disposto a cancellarlo. Così, quando il 27 aprile arrivano alle Bahamas migliaia di persone, il festival si tramuta immediatamente in un incubo: le strutture non sono ancora pronte, gli artisti rifiutano di esibirsi, gli alloggi – non i promessi cottage extralusso, ma tende invase dal fango – non sono agibili, manca cibo, luce e nessuno fornisce informazioni. Il festival viene annullato e non ci sono voli per tornare negli Usa, le persone vengono abbandonate a se stesse. Le immagini shoccanti fanno presto il giro del mondo.

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